Paranoia e virus

Articolo di Luigi Zoja su Doppiozero (e su la Repubblica)
“Se si manifesta non sul piano individuale e clinico, ma nella mentalità collettiva, la paranoia si diffonde per infezione psichica e fa perdere il senso delle proporzioni. La comunicazione orale peggiora le cose, perché la sua estrema variabilità semina il panico. Oggi il suo strumento di amplificazione sono i cosiddetti social, affidati ad ogni individuo ed usati soprattutto per scaricare emozioni di cui il soggetto ha perso il controllo, anche quando pretende di comunicare qualcosa di obbiettivo. (…)
Come la paranoia, l’ansia è psicologicamente molto infettiva. (…)
La massa reagisce con la psicologia della massa. Ma sarebbe più esatto dire: della folla. Cioè di una massa che si trova ad essere investita contemporaneamente da un unico problema per circostanze casuali. (…)
La nostra mente non è più abituata ad aspettare e tantomeno a pensare con pazienza. Eppure anche i nostri pensieri difficilmente sono istantanei: quelli veri giungono solo dopo qualche attimo, solo dopo averli ‘chiamati’. La mente che interviene in modo istantaneo, dunque, si disabitua a pensare articolatamente. Lungo questo percorso, la psiche si sta anche dissociando dal nostro corpo: che dovrebbe formare con esso un’unità, proprio come lo era negli animali o negli uomini storici, forse in via di sparizione.”

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